In penisola sorrentina la Domenica delle Palme è accompagnata da una tradizione secolare. Forse pochi sanno che, a Sorrento e dintorni, le palme di confetti hanno una motivazione particolare. Difatti, mamme e nonne raccontano tuttora a figli e nipotini un’antica storia, risalente addirittura a cinque secoli fa. La leggenda tramanda che, durante una Domenica delle Palme del XVI secolo, mentre i sorrentini si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell'ulivo, risuonò l'allarme delle campane per l'ennesima invasione dei saraceni. Il prete, già rivestito dei paramenti sacri, uscì sulla soglia della chiesa con l'aspersorio, invitando non solo le donne, ma anche gli uomini, per la benedizione delle palme, prima di correre ad armarsi.
Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore il quale si fece il segno della croce e si recò sulla spiaggia di Marina Grande, quasi attirato da un misterioso richiamo. Mentre il prete benediceva i ramoscelli d'ulivo, scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni. Si salvò soltanto una giovane schiava, trascinata dalle onde sulla spiaggia, dove venne raccolta dal pescatore. Il giovane la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell'affondamento delle navi saracene. Si verificò, a questo punto, un secondo miracolo. La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di voler diventare cristiana, per ringraziare Dio d'averla salvata dalla morte e dalla schiavitù. Al prete, che le assicurava che avrebbe esaudito il desiderio, ella offrì l'unico bene in suo possesso. Da un sacchetto legato al collo, tirò fuori una manciata di confetti bianchi, portati dalla sua terra. Dopo essere stati benedetti, i confetti furono distribuiti tra i presenti e, in seguito, i sorrentini ne appresero dalla bella saracena il segreto della fabbricazione.
E così, come in tutte le favole, il finale è a lieto fine perché la leggenda vuole che qui, da allora, le palme sono fatte con i confetti. Per ricordare il miracolo che salvò Sorrento dai pirati saraceni in quella domenica di cinque secoli fa.